A Tommy piaceva molto camminare in mezzo ai boschi, specialmente "quei" boschi che gli rimandavano alla memoria qualcosa che non riusciva bene a focalizzare, erano solo sensazioni di un già vissuto, ma che ogni volta che passava di lì, muovevano dentro di lui energie particolari di lontani ricordi; come quando vai in un posto per te nuovo ma una voce ti dice: "eppure io qui ci sono già stato".
In effetti quelli erano i sentieri di suo nonno, grande "Uomo", nonché appassionato ed instancabile camminatore. Gli piaceva ripercorrerli in compagnia della sua cagnolina Laika, un piccolo meticcio bianco e marrone ormai dodicenne, ma ricco della vitalità e dello spirito di un eterno cucciolo.
Quel giorno però le condizioni meteorologiche non invitavano certo ad uscire e l'inerzia della pigrizia e delle impressioni esterne gli dicevano di rimanere a casa, accanto alla stufa accesa, accoccolato sul divano con un bel libro tra le mani, ad attendere che trascorresse il pomeriggio.
Una voce infatti gli parlava dicendo: "ma chi te lo fa fare, fuori pioviggina, fa freddo e perlopiù si vede in lontananza che la cima dove vuoi passare tu è tristemente avvolta dalla nebbia. Un'altra voce antagonista però rispondeva: "vai Tommy, proprio perché le condizioni sono contrarie al flusso meccanico della corrente, è questa l'occasione per remare in direzione opposta". Fu la seconda voce che seguì, come se un'intuizione gli stesse facendo da guida. Indossò i suoi pantaloni mimetici, la maglia termica, gli scarponcini da trekking ed uscito dal portone... ancora quella voce: "torna in casa, non senti che freddo, ti bagnerai, e poi...magari....non si sa mai...". Ma ormai l'emozione aveva dato la sua spinta decisiva, indietro non si poteva più tornare.
Alla vista del guinzaglio, Laika iniziò a saltare come un grillo, carica di entusiasmo ed eccitazione, per lei non esistevano il buono ed il cattivo tempo, il caldo ed il freddo, il passato ed il futuro. Lei era semplicemente la manifestazione di quelle leggi che prendono il nome di "Natura", era sempre nel momento presente, governata dall'istinto e dalla perfezione.
Il solito tragitto, i soliti sentieri,apparentemente nulla di nuovo. Eppure "quella" volta aveva un sapore diverso, antico, un sapore... Reale. Sul loro cammino nemmeno un'anima viva, tutti rintanati nelle loro case, nessune distrazione ed uno stato di maggior presenza; ma in un punto ben preciso,qualcosa accidentalmente "accadde". Improvvisamente fu il Silenzio; per un tempo abbastanza lungo da permettere di intravedere la Luce, niente più flusso di pensieri, niente più Memorie, niente più Bisogni....soltanto un grande senso di appartenenza. Il corpo, il respiro e la mente risultavano come resettati, tutto era percepito in modo Neutro, esattamente come era. Non si trattava di euforia, nemmeno di un'emozione amplificata, si poteva identificare come uno stato di estasi, che non significava vedere le cose e la vita più belle o migliori, significava vedere tutto semplicemente come "è", puro e libero da ogni falsità, da ogni condizionamento. Sembrava di, per un breve tempo, essere rientrato nell'utero materno, essere tornati all'origine, da dove si è arrivati e dove un bel giorno bisognerà ritornare. In quegli istanti solo purezza, bellezza,verità. A poco a poco poi, lentamente tutto cominciò a svanire. Di nuovo lo stato abituale,addormentato ed automatico, con tutta la zavorra inutile che si portava appresso.
Ma qualcosa di indelebile era comunque rimasto nella mente, la certezza che "Quella Verità" che alcuni uomini cercano con in bocca quel gusto un po' amaro di orfanezza, se pur durata pochi minuti, esiste davvero e va ricercata con tutta la forza dentro noi stessi.
Il breve tragitto verso casa aveva quindi un sapore contrastante, il sapore di un Paradiso afferrato per un istante ma nuovamente scivolato dalle mani.
Nella mente però echeggiava un messaggio che diceva:"La possibilità c'è".